Entrare soli, uscirne insieme. Il percorso formativo degli Attivatori di Comunità

In Toscana ci sono molti modi per contribuire alla salute di tutti. Uno di questi modi è nuovo e sta suscitando l’interesse di molti: Diventare Attivatore di Comunità. È questo il nome del percorso di formazione gratuito promosso da Regione Toscana e Federsanità – Anci Toscana nell’ambito del progetto Cantieri della Salute. Il corso online è dedicato a tutte le persone al di sopra dei 16 anni di età che vivono in Toscana e che vogliano acquisire strumenti per promuovere la partecipazione dei cittadini alle scelte di salute delle politiche locali. Dopo il successo del primo ciclo formativo, il corso è arrivato alla sua seconda edizione, per cui sono ancora aperte le candidature. Ma in cosa consiste la formazione per Attivatori di Comunità, e quali opportunità offre? Ne abbiamo parlato con alcuni partecipanti della prima edizione. 

 

LA PAROLA AGLI ATTIVATORI

 

Irene Vajra ha 26 anni e vive a Carrara da 4 anni, dove presta servizio volontario in un’associazione con il servizio civile. Al suo impegno civico ha deciso di affiancare il percorso formativo per Attivatori di Comunità. “Del corso mi è piaciuto più di tutto trovare non solo lezioni frontali, ma anche dei momenti laboratoriali in piccoli gruppi, in cui potevamo già metterci alla prova insieme” racconta Irene. “Nella mia esperienza in alcune associazioni di volontariato ho imparato quanto sia importante regalarsi dei momenti di confronto e messa in condivisione delle conoscenze, non solo all’interno della propria organizzazione, ma anche con realtà diverse dalla propria.” 

Un momento laboratoriale della prima edizione di Diventare Attivatori di Comunità

Un’occasione di scambio reciproco che Irene è contenta di aver trovato anche al termine della formazione, quando gli Attivatori sono stati invitati dai Comitati e dalle Consulte del Terzo settore a contribuire a una delle cinque progettazioni partecipate avviate sui territori con Cantieri della Salute. Irene si è resa disponibile a partecipare all’ideazione di un nuovo servizio di trasporto sociale in Lunigiana, e nei prossimi giorni aiuterà il gruppo di lavoro nelle attività di sperimentazione della soluzione progettata con una prestazione volontaria comprensiva di rimborso spese. 

“Conosco questa zona da appena 3 anni, quando mi sono trasferita qui dalla Liguria. All’inizio avevo un po’ paura di non essere in grado di comprendere a fondo i bisogni di questo territorio. Temevo di non essere poi così utile. E invece ho scoperto che potevo essere anch’io parte integrante di questo sforzo comune. E che dove non arrivavo io potevano comunque arrivarci altri. Non vedo l’ora di cominciare con il test sul campo: spero che riusciremo ad avere un bell’impatto!”

Il feedback lasciato dai partecipanti al termine di una delle giornate formative

Edi Farnetani è un membro del Comitato di Partecipazione Zonale della Valdichiana Aretina. Oltre a seguire gli incontri di progettazione e la formazione dedicata ai Comitati, Edi ha scelto di iscriversi anche al corso per Attivatori di Comunità. “Se anche altri membri dei Comitato potessero seguire questi incontri, credo che gli gioverebbe molto” racconta Edi. “Nella mia esperienza, le realtà che compongono gli Istituti di partecipazione sono molto brave a interpretare i bisogni di salute delle persone che rappresentano come associazioni. Ma poi quando si siedono intorno a un tavolo… fanno molta più fatica. A volte mi sono chiesta: abbiamo davvero in mente una visione di società futura condivisa? Per agire in modo corale, questa visione va ricostruita insieme. Per farlo serve tanta passione, ma anche tanta tecnica”. 

 

Anche per questo Edi racconta di aver seguito con piacere la formazione per Attivatori di Comunità, che trasmette teorie e tecniche orientate all’ascolto attivo, alla partecipazione, alla progettazione di risposte condivise per venire incontro ai bisogni delle comunità locali. “Mi sono iscritta proprio per questo: per crescere e portare queste nuove competenze nella quotidianità del Comitato. Sono felice di averlo fatto, e sono felice che presto saranno formati altrettanti Attivatori. Sono loro la benzina per rilanciare anche la nostra partecipazione alle scelte di salute!” 

 

Il racconto di una buona pratica della prima edizione di Diventare Attivatori di Comunità

 

UN VALORE AGGIUNTO ANCHE PER LE ISTITUZIONI

La formazione gratuita per gli Attivatori di Comunità si configura quindi a tutti gli effetti come un’esperienza a beneficio di tutti: un’occasione di formarsi e mettersi alla prova per chi partecipa, ma anche una ‘boccata d’aria fresca’ per il lavoro delle Società della Salute e degli Istituti previsti dalla Legge regionale 75/2017 sulla partecipazione in sanità.

Di questa idea è anche Luca Caterino, coordinatore del progetto Cantieri della Salute per Federsanità Anci – Toscana. “In questi mesi, con Cantiere della Salute stiamo accompagnando i Comitati di Partecipazione di alcuni territori in percorsi di progettazione partecipata che coinvolgono altre associazioni, cittadini ed enti locali. Proprio in questi incontri  abbiamo assistito con stupore ed entusiasmo a tutto il potenziale degli Attivatori” racconta Caterino. “E non è un caso. Perché al percorso per Attivatori hanno partecipato anche persone che hanno una lunga storia di impegno sociale associativo, e che hanno visto in Cantieri della Salute un’opportunità aggiuntiva per dedicarsi al benessere collettivo.”


E continua: “più di una volta è capitato che qualche partecipante si presentasse alle progettazioni in qualità di Attivatore di Comunità. Poi si scopriva che era anche referente di un’associazione locale, che però non si era mai affacciata al mondo della partecipazione in sanità. E proprio attingendo a quella sua esperienza, portava al gruppo di lavoro dei contributi determinanti alla progettazione. E un contatto in più per le future collaborazioni del Comitato”.

Un momento della progettazione partecipata in Valdichiana Aretina con enti locali, Comitato zonale, associazioni, istituti scolastici e Attivatori di comunità

Ma i Comitati non sono l’unica realtà ad aver trovato benefici nell’apporto degli Attivatori di Comunità. In queste settimane infatti, alcuni Attivatori si sono resi disponibili anche nelle future attività di sostegno all’apertura di sportelli di assistenza per l’attivazione dello SPID promosse da Regione Toscana, attività che svolgeranno con un rimborso spese.

“Con la formazione per Attivatori abbiamo chiamato a raccolta nuove energie. I cittadini e le cittadine hanno risposto, e in tanti” ha raccontato Roberta Bottai, responsabile del settore Promozione processi di partecipazione e tutela di Regione Toscana che promuove il progetto Cantieri della Salute. “Per noi sono un nuovo bacino di risorse inaspettato, che contiamo di valorizzare offrendogli questa e altre opportunità di azione, anche al di fuori del progetto Cantieri della Salute”. Secondo la dottoressa Bottai, gli Attivatori potrebbero essere d’aiuto anche nella diffusione di informazioni in materia di salute – ad esempio riguardanti la terza vaccinazione, un tema tanto caro a Regione Toscana e a cui in questo momento si sta dedicando anche la progettazione partecipata della zona Amiata Senese – Val d’Orcia – Valdichiana Senese. 

Un momento della progettazione partecipata in Amiata Senese e Val d’Orcia Valdichiana Senese con enti locali, Comitato zonale, Consulta del Terzo settore e Attivatori di Comunità

“Chi lo pratica, lo sa bene: fare volontariato in un’associazione è un’esperienza che regala grandi soddisfazioni” continua Bottai. “Ma forse l’adesione entusiastica degli Attivatori nei mesi scorsi [oltre 100 candidature alla prima edizione, NdR] dimostra che ai giorni nostri si può provare a immaginare anche nuove forme di volontariato, che diano la possibilità di formarsi e contribuire al benessere collettivo anche a persone che di primo acchito non si avvicinerebbero a un’associazione o che faticano a trovare quella più adatta a loro – persone che la pandemia ha privato dei loro luoghi di partecipazione. Anche per questo siamo contenti che sia stata riaperta la possibilità di candidarsi e prendere parte a formazione e sperimentazione. Gli Attivatori non fanno parte necessariamente a delle associazioni, ma si sentono di dare un contributo per un periodo anche definito. Anche questa è cittadinanza attiva e senso di responsabilità civica, una spinta che Regione Toscana vuole continuare a valorizzare. Perché sempre più persone in Toscana possano prendersi cura delle proprie comunità. Ciascuno nel modo che sente appartenergli di più”. 


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