La progettazione partecipata in Fiorentina Nord-Ovest

LA PROGETTAZIONE PARTECIPATA IN FIORENTINA NORD-OVEST

 

Si sono concluse lo scorso mercoledì 30 giugno le attività di progettazione partecipata nella zona Fiorentina Nord-Ovest. Nelle fasi precedenti del percorso, il Comitato di Partecipazione Zonale e la Consulta del Terzo Settore avevano scelto di dedicarsi alla progettazione di interventi migliorativi per aumentare l’accessibilità ai servizi territoriali da parte delle persone con disabilità.

 

Nell’ambito di 4 incontri online, il gruppo di lavoro si è quindi confrontato sui temi dell’accessibilità, accostando a questo la dimensione della fruibilità, anche a partire dalle singole esperienze delle diverse associazioni e cooperative partecipanti agli workshop. I partecipanti sono così arrivati a delineare i tratti di una strategia di coinvolgimento e collaborazione con gli esercenti di servizi rivolti al pubblico, con l’obiettivo di offrire a questi le proprie competenze e supportarli nell’adeguamento dei propri spazi. 

 

IL METODO: LA PROGETTAZIONE PARTECIPATA

 

Come trovare soluzioni efficaci a un problema complesso? In tanti modi sicuramente, ma mai da soli. Così, in questa fase di lavoro il Comitato e la Consulta hanno adottato il metodo della progettazione partecipativa. Questo metodo, conosciuto anche come “co-design” è un approccio di progettazione dei servizi che parte dal coinvolgimento attivo di tutti i portatori di interesse/stakeholder (associazioni, cittadini, utenti finali, enti locali) con l’obiettivo di garantire che il servizio incontri i bisogni di chi ne beneficia e sia sostenibile per chi lo offre. Una forma di “co-progettazione” insomma, ma diversa dalle modalità dell’omonima procedura di evidenza pubblica già normata dal Nuovo Codice del Terzo Settore.

I PARTECIPANTI

 

Un’attività, questa, che ha un grande potenziale generativo, ma che richiede di chiamare a raccolta attori diversi dagli interlocutori abituali, per godere di punti di vista nuovi e inaspettati. La preparazione agli incontri ha quindi richiesto un grande sforzo di promozione dell’iniziativa e di coinvolgimento da parte dei Comitati di Partecipazione, della Consulta del Terzo Settore, della Società della Salute e dello staff di progetto.

Attraverso la pubblicazione di una manifestazione d’interesse e di un comunicato stampa, l’invio di mail e una serie di contatti telefonici mirati, la sperimentazione ha potuto beneficiare di un panorama ampio ed eterogeneo di partecipanti, composto da associazioni, cooperative, enti locali, reti informali, singoli cittadini. A questi si sono aggiunti anche gli attivatori e le attivatrici di comunità: persone appositamente formate da Cantieri della Salute, che sono state invitate a mettere in pratica le proprie competenze in materia di innovazione sociale e supportare questa o le altre progettazioni attive sul territorio. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un momento della progettazione partecipata in Fiorentina Nord Ovest 

 

Ai quattro incontri di progettazione hanno preso parte 28 persone. In particolare, oltre ai membri del Comitato di Partecipazione, della Consulta del Terzo settore e agli attivatori di comunità, hanno aderito alla manifestazione d’interesse le seguenti organizzazioni: 

Croce Rossa Italiana Comitato Firenze, Cooperativa Il Sorriso, Centro di Solidarietà Gabriele Bacci, Associazione Comunale Anziani, Associazione Coala, Associazione Toscana Solidale, Associazione Ortocollettivo natura è, Associazione Assieme, Associazione Sindromi Autistiche, Ass. CUI i Ragazzi del Sole. 

 

GLI INCONTRI: DALLA COSTRUZIONE DI OFFERTE, ALLA RIMOZIONE DI OSTACOLI 

 

Scegliere da dove partire e cosa lasciare momentaneamente in secondo piano: è stata questa forse la sfida più grande per i partecipanti agli incontri di progettazione. 

 

Già nelle fasi precedenti del percorso, il Comitato di Partecipazione Zonale e la Consulta del Terzo Settore si erano confrontati sulle possibili modalità per promuovere in rete l’accessibilità ai servizi di socializzazione da parte delle persone con disabilità, convenendo come fosse necessario coinvolgere nuovi attori territoriali. 

 

Tutti e quattro gli incontri si sono quindi mossi nel tracciato di una domanda fondamentale: “Come coinvolgere il territorio nella costruzione di un’offerta di servizi culturali e d’intrattenimento accessibili e fruibili per persone con disabilità?”. 

 

Un tema tanto vasto quanto complesso questo, che imponeva di identificare modalità d’intervento strategiche a cui dare priorità rispetto alla vasta gamma di azioni immaginabili e attori da coinvolgere. Quali persone con quali disabilità? Quali attori? Quali servizi culturali e di intrattenimento? Coinvolgendo quali attori territoriali? 

 

Inizialmente, l’obiettivo era quello di sviluppare strategie di rete per progettare e promuovere momenti di socializzazione accessibili alle persone con disabilità – arrivando a coinvolgere anche organizzazioni del privato sociale e del profit tradizionalmente estranee alla tematica. Era questo un tema su cui le organizzazioni presenti alla progettazione partecipata vantano esperienza pluriennale, con progettualità portate avanti singolarmente o in rete.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


La lavagna virtuale usata in uno degli incontri di progettazione 

 

Tuttavia, non è raro che i tanti sforzi fatti in materia, per quanto straordinari nei risultati, possano finire col promuovere momenti dedicati esclusivamente alle persone con disabilità. Nel racconto dei partecipanti, la ricerca di tempi e spazi “protetti” garantirebbero sì il divertimento in sicurezza di chi ne usufruisce, ma al contempo rischierebbero di avere effetti segreganti, definendo in maniera netta gli spazi adatti alle persone con disabilità e gli spazi per “tutti gli altri”.

Anche per questo, nell’arco della progettazione la riflessione del gruppo si è mossa nella direzione di identificare e rimuovere gli ostacoli per le persone con disabilità (es. barriere architettoniche, luminosità e volume, caratteristiche della segnaletica), in modo tale da rendere accessibili e fruibili gli spazi di tutti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Alcuni degli argomenti su cui ci si è confrontati durante la progettazione 

 

Il gruppo di lavoro ha così deciso di delineare i tratti di una strategia di coinvolgimento e collaborazione con gli esercenti di piccole attività commerciali o dei luoghi della socializzazione di tutti, con l’obiettivo di offrire a questi le proprie competenze e supportarli nell’adeguamento dei propri spazi. 

 

In conclusione, sono stati identificati gli attori più adeguati per una prima sperimentazione dell’intervento, ed è stata definita la proposta che il gruppo di lavoro potrà fare ai soggetti interessati – sia in termini di competenze utili ad adeguare gli spazi. Nei prossimi mesi, il gruppo di lavoro partirà da qui per dedicarsi alle attività di test dell’iniziativa. In questo modo si potrà verificarne la funzionalità dell’iniziativa e trarne modelli sostenibili e replicabili, anche grazie a un budget che Regione Toscana ha destinato alle nuove progettualità sviluppate nell’ambito di Cantieri della Salute. Sperando di poter estendere il modello di collaborazione ad altre tipologie di soggetti e agli attori di tutta la zona-distretto. 

 

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