Partire da quel che funziona meglio, per migliorare il resto. L’esplorazione apprezzativa per affiancare i comitati

Partire da quel che funziona meglio, per migliorare il resto. La scelta dell’esplorazione apprezzativa per affiancare i Comitati

 

Quante volte ci siamo chiesti “Qual è il problema?”. In questo modo speriamo di trovare le soluzioni migliori che garantiscano il successo delle nostre strategie. Ma è proprio questa domanda che rischia di ingannarci: perché concentra tutta la nostra attenzione su quello che in realtà vogliamo di meno per il nostro futuro. E così, studiando i problemi scopriamo spesso che sono connessi ad altri problemi, e ad altri ancora, che finiscono per scoraggiarci.

Illustrazione di J. Logan (2012)

Ed è proprio questa l’intuizione fondamentale che hanno avuto negli anni ‘80 gli ideatori dell’Esplorazione Apprezzativa (in inglese, Appreciative Inquiry). E cioè: che certe volte è meglio mettere da parte il problema, e far emergere quel che invece ha funzionato meglio. Perché le organizzazioni che scelgono di cercare il meglio di sé lo trovano sempre: e quel che scoprono può aiutarle poi a trasformare gli episodi di successo in una nuova normalità.

Il metodo è basato su quattro fasi fondamentali, dette le 4D: Discovery (indagare, scoprire risorse e soluzioni); Dream (sognare, immaginare il futuro); Design (progettare); Delivery (sperimentare quanto progettato).

 

Immagine tratta da: studiopsico.org

 

L’esplorazione apprezzativa dei Comitati di Partecipazione zonale

È questa la prospettiva a cui è ispirata la prima fase del percorso Cantieri della Salute. Il gruppo di lavoro, con il supporto metodologico di Federsanità Anci Toscana in collaborazione con Sociolab – Ricerca Sociale ha fatto proprie le domande tipiche dell’Esplorazione Apprezzativa e le ha riformulate ad hoc per venire incontro alle necessità dei Comitati di Partecipazione.

Obiettivo dell’analisi del contesto che si è conclusa nel mese di marzo e che ha caratterizzato la prima fase di lavoro con i CdP delle zone coinvolte nelle sperimentazioni, era quello di far emergere e approfondire non solo le esperienze di successo del Comitato di Partecipazione, ma anche tutte le altre risorse territoriali esterne al Comitato che poteva essere interessante coinvolgere negli step successivi del percorso. Così, l’analisi della zona-distretto è iniziata proprio con una domanda finalizzata a mettere in luce le risorse che la comunità ha messo in campo per reagire alla situazione creata dalla pandemia covid-19: “Durante il primo lockdown, quali iniziative sono nate sul territorio per dare risposta alle emergenze del momento?”

Prima domanda dell’Esplorazione Apprezzativa. Foto di: Cantieri della Salute

 

Le risposte sono poi state approfondite con ulteriori domande: “quali attori le hanno promosse?”, “cosa avete fatto agendo come Comitato?”. A partire da queste sono state poi identificate le iniziative, gli attori e le azioni del Comitato che invece sono mancate nei mesi del primo lockdown, e che mancano ancora.

La lavagna virtuale dell’Esplorazione Apprezzativa. Foto di: Cantieri della Salute

In questo modo si sono ottenute due facce distinte di quello stesso periodo di emergenza: una faccia luminosa e una in ombra – una con tutto quel che ha funzionato, e una con tutto quel che avrebbe dovuto funzionare meglio. Proprio a quest’ultima faccia si sono dedicati gli sforzi successivi del Comitato per identificare la tipologia di servizio da realizzare in futuro. Ma sempre con la consapevolezza che il Comitato non è solo: perché tanto è stato già fatto per la salute delle comunità locali, e perché non mancano gli alleati cui unirsi in questo sforzo.


Per approfondire il metodo dell’Esplorazione Apprezzativa clicca qui
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