“Dalle tradizioni l’incontro tra generazioni”, avvenuto l’incontro per l’invecchiamento attivo progettato dal Comitato di Partecipazione Zonale

   

Si può fare educazione intergenerazionale, e promuovere l’invecchiamento attivo dei più anziani a beneficio anche di giovani e minori?

In Valdichiana Aretina la risposta è sì. Per questo il Comitato di Partecipazione Zonale di questo territorio ha progettato “Dalle tradizioni all’incontro tra generazioni”, l’evento di approfondimento e confronto per valorizzare le pratiche locali portate avanti su questo tema.

 

In Valdichiana Aretina infatti il Comitato e la Direzione di Zona avevano scelto con Cantieri della Salute di dedicarsi all’ideazione di un percorso di attivazione e invecchiamento attivo della popolazione ultrasessantacinquenne, con un apposito percorso di progettazione partecipata che gli consentisse di chiamare a raccolta nuovi attori territoriali. 

 

Da qui l’idea di progettare l’evento di scambio delle buone pratiche territoriali, che si è tenuto lo scorso venerdì 17 giugno presso la Galleria Furio del Furia di Foiano della Chiana. All’incontro hanno partecipato referenti del pubblico e del privato sociale. 

“Il compito di un Comitato è di portare nuovi bisogni all’attenzione dei decisori” ha raccontato in introduzione Edi Farnetani, membro del Comitato, Attivatrice di Comunità e moderatrice dell’incontro. “Questa è una cosa che le associazioni spesso già facevano, ma singolarmente. La nuova sfida del Comitato e della Legge Regionale sulla partecipazione però è quella di individuare alcuni elementi comuni verso cui rivolgere e convogliare le risorse di tutti i cittadini attivi. E questo è quello che abbiamo voluto fare noi grazie a Cantieri della Salute, dedicando il nostro momento di progettazione condivisa ad un tema a noi caro: gli anziani soli, ma anche le persone che iniziano un percorso di invecchiamento. E ci siamo chiesti: quali sono le realtà che garantiscono già l’incontro tra generazioni? E come fare a valorizzarle, e insieme a loro promuovere il benessere e la salute delle comunità? Così in questa giornata componiamo un puzzle: dei diversi obiettivi, e delle diverse azioni che sono state intraprese per realizzarli”. 

 

“La cultura della partecipazione va accresciuta tra i cittadini, ma talvolta anche tra i rappresentanti delle istituzioni” ha raccontato Rina Torrioli, coordinatrice del Comitato di Partecipazione. “Anche per questo come Comitato cerchiamo di partecipare a fianco delle istituzioni per lo sviluppo di un sistema sanitario e sociale coerente con i bisogni dei cittadini. Un sistema che sia accessibile, equo ed appropriato. Come Comitato crediamo tantissimo a questa missione ma riteniamo che per farlo sia fondamentale la sinergia tra istituzioni e soggetti operanti nel tessuto associativo e civico.”
“Per questo giornate come questa sono così importanti” ha continuato Rina “perché è così che facciamo comunità. Quando ci è stato chiesto di progettare qualcosa con Cantieri della Salute, già molti di noi avevano il desiderio di dedicarsi agli anziani soli.
Prima di allora però, guardavamo soprattutto ai problemi da sollevare e mettere in evidenza. Un compito importante, che le associazioni sono già molto brave a svolgere. Questa volta però, lavorando insieme invece ci siamo trovati a fare una cosa diversa: abbiamo guardato alle soluzioni, alle risorse, alle competenze, e a tutto quel che sul territorio possiamo già valorizzare”. 

Le esperienze territoriali

"C'era una volta una piantina di pomodoro..."
di Lucignano

“C’era una volta una piantina di pomodoro…” è un progetto della cooperativa Progetto 5 con il sostegno del Comune di Lucignano. L’iniziativa ha coinvolto i bambini del Nido d’Infanzia “Il Grillo Parlante” e gli ospiti del Centro Residenziale per Anziani “Arrighi-Griffoli”, che insieme hanno sperimentato diverse metodologie a beneficio dell’educazione intergenerazionale grazie al lavoro di psicologi e pedagogisti esperti, che hanno sviluppato percorsi incisivi per lo sviluppo dei bambini e per il supporto cognitivo degli anziani. Il progetto prende il nome da un piccolo dono: una piantina di pomodoro regalata dai bambini da un nido comunale agli anziani di una RSA. Un momento breve, che è bastato ad avviare delle nuove relazioni importanti. 
“Dopo questo primo incontro,
i bambini hanno cominciato a chiederci più e più volte ‘quand’è che tornano i nonni?'” racconta Elisa Arrighi, responsabile del nido Il Grillo Parlante gestito dal Progetto Cinque. “E così abbiamo capito che eravamo sulla strada giusta, e abbiamo cercato di costruire nuove occasioni di incontro e scoperta”. Così il percorso è continuato con l’allestimento di un orto sociale, fino ad arrivare ad attività di grafiche pittoriche poi esposte in una mostra. “E non è solo il semplice incontro a fare bene all’anziano, ma anche la sensazione di attesa e anticipazione di quello stesso incontro” ha raccontato Lucia Presenti, caregiver della RSA Arrighi Griffoli. “Il vestito da preparare, l’appuntamento con la famiglia da spostare… così i bambini entrano nelle vite di queste persone già una settimana prima. E ci restano, nel ricordo dei giorni successivi.” 

La Scuola di Cartapesta
di Foiano della Chiana

Moreno Tiezzi dell’associazione Carnevale ha raccontato il progetto “Scuola di Cartapesta”. Il progetto ha mosso i primi passi a partire da attività pensate per i bambini della scuola primaria, che venivano coinvolti nella realizzazione di sculture di cartapesta per il carnevale all’interno di locali messi a disposizione del Comune di Foiano della Chiana. Proprio dalla vicinanza fisica della Scuola di Cartapesta con la vicina struttura dell’Arca è venuta l’idea di coinvolgere in queste attività anche le persone più anziane. “Mi chiamano e propongono: che ne dici se un giorno facciamo scendere i nostri anziani? E devo dire che sono rimasto a bocca aperta. Si è creata subito tra i bambini e le persone anziane una complicità incredibile. I bambini guardavano a loro come ai propri nonni. E gli anziani, raccontando i carri carnevaleschi realizzati nel passato, ricordavano la loro giovinezza. E hanno iniziato a lavorare insieme.” Con la pandemia il progetto ha subito una battuta d’arresto, ma la speranza è di poter tornare a coinvolgere non solo gli anziani della casa famiglia, ma anche altri anziani soli che vivono sul territorio di Foiano della Chiana. 

Incontri intergenerazionali di Foiano della Chiana

Silvia Bucci della cooperativa L’Arca Scuola Famiglia e Valentina di Goro della scuola primaria G. Galilei hanno raccontato un altro progetto nato a Foiano della Chiana: “Incontri intergenerazionali”. L’iniziativa, nata prima della pandemia, ha coinvolto gli anziani di una struttura del comune portandoli fisicamente nelle scuole per leggere delle storie ai bambini. 

Un piccolo esperimento fatto in un’unica classe, che ha subito mostrato i suoi frutti. “Chi fa l’educatore in una struttura per anziani sa bene che l’incontro tra anziani e bambini ha qualcosa di magico” ha raccontato Silvia Bucci. “L’anziano va incontro al bambino, il bambino va incontro all’anziano, e nello scambio crescono entrambe le parti.” È così che i bambini hanno chiesto alle persone anziane di raccontare anche le proprie storie, e che il progetto è arrivato a coinvolgere altre classi dell’Istituto Comprensivo con appuntamenti periodici. E che è continuato anche oltre la pandemia. “Durante la pandemia abbiamo continuato a incontrarci online. Per noi era fondamentale non interrompere la relazione” ha raccontato Valentina di Goro. “I bambini ci hanno proposto i loro canti di Natale, in videochiamata dalle loro classi. E così non abbiamo rinunciato a un momento di confronto, con domande e risposte. E poi siamo tornati all’incontro in presenza, anche grazie a strumenti nuovi come il tunnel degli abbracci.”  

Il cassetto dei ricordi
di Marciano della Chiana

L’Assessore alle politiche sociali Leonardo Magi ha portato l’esperienza del cassetto dei ricordi, la possibilità di recuperare le tradizioni, i ricordi e le memorie da tramandare ai ragazzi. 

“Solitudine, povertà, isolamento: sono questi alcuni problemi che ci portavano a preoccuparci per tutta la nostra cittadinanza, e ancor di più per le persone più anziane. Con Nada ci trovavamo spesso davanti a persone che avevano bisogno di qualcuno con cui parlare, qualcuno che li ascoltasse – anche solo per sfogarsi un po’. E allora da qui siamo partiti: dalla semplice volontà di dargli un’occasione per parlare.” È nata così l’idea di fare delle interviste e dei video, che sono arrivati a costituire un archivio storico.

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