È in partenza la seconda fase del percorso di formazione-azione dedicato alla Casa di Comunità di San Leonardo in Treponzio, nel Comune di Capannori. Il progetto, promosso dal Comune di Lucca e dalla Zona-distretto Piana di Lucca,è realizzato grazie ad un contributo dell’Autorità regionale per la garanzia e promozione della Partecipazione e coordinato da Federsanità-ANCI Toscana; l’iniziativa prende le mosse dalle raccomandazioni contenute nelle Linee guida “Case di Comunità – Luoghi di partecipazione e co-produzione dei servizi” realizzate nell’ambito del progetto Cantieri della Salute.
L’obiettivo generale del percorso è costruire, passo dopo passo, una Casa di Comunità in grado di realizzare quanto indicato dal D.M. 77 – la normativa di riferimento in materia di sviluppo dell’assistenza territoriale – che sostiene la “Partecipazione della Comunità e valorizzazione della co-produzione, attraverso le associazioni di cittadini e volontariato”cioè un luogo non solo di cura, ma anche di ascolto, proposta e coprogettazione, quindi aperto, accessibile e capace di collaborare con il Terzo settore e la comunità locale.
Cosa è accaduto: la formazione al personale
La prima fase del percorso si è concentrata sul trasferimento di competenze e approcci metodologici al personale socio-sanitario della Casa di Comunità. I quattro moduli formativi hanno affrontato i temi della progettazione centrata sui bisogni delle persone, dell’ingaggio delle realtà territoriali, dell’inclusività dei servizi e dell’ascolto attivo della comunità. Attraverso un approccio pratico e laboratoriale, il gruppo di lavoro ha avviato anche attività di mappatura del territorio, individuando associazioni, enti e persone attive da coinvolgere nelle fasi successive.
La formazione ha rappresentato un primo passo concreto verso l’attivazione della Casa di Comunità come luogo vivo e relazionale, capace di mettere in connessione chi cura, chi si attiva e chi vive il territorio.
Prossimi passi: “Tracciare la rotta per orientarsi tra i servizi”
Nelle ultime settimane ha preso il via la fase 2 del percorso, intitolata “Tracciare la rotta per orientarsi tra i servizi”. Obiettivo di questa nuova tappa è rafforzare la conoscenza reciproca tra i servizi socio-sanitari e, allo stesso tempo, favorire la comprensione del funzionamento di questi servizi da parte del Terzo settore e della comunità locale.
In questa fase, il personale della Casa di Comunità incontra direttamente le realtà del territorio in una serie di incontri di ascolto, dialogo e co-progettazione, con l’intento di sperimentare sul campo le competenze partecipative acquisite.
Gli incontri, organizzati dallo stesso personale coinvolto nel percorso, hanno un duplice scopo: da un lato, offrire agli operatori l’occasione di allenarsi a tecniche di facilitazione, partecipazione e collaborazione; dall’altro, permettere al Terzo settore di acquisire strumenti utili per attivarsi in modo propositivo all’interno della Casa di Comunità, avviando un lavoro comune sulla risposta ai bisogni locali.
Il programma indicativo della seconda fase
Il percorso prevede tre incontri principali:
- Incontro 1, 25 marzo 2025: Conoscersi e capire
Servizi socio-sanitari ed enti del Terzo settore si presentano reciprocamente, condividono informazioni sui rispettivi servizi e raccolgono i bisogni più sentiti dalla comunità. - Incontro 2, 8 aprile 2025: Co-progettare per la comunità
Si lavora insieme alla definizione di attività e iniziative concrete in risposta ai bisogni emersi, da realizzare in forma collaborativa all’interno della Casa di Comunità. - Incontro 3, 12 maggio 2025: Sperimentare
Si definiscono gli aspetti organizzativi e le prime sperimentazioni condivise da attivare nella Casa di Comunità per coinvolgere attivamente la cittadinanza.
Una Casa di Comunità che cresce insieme al territorio
Questa seconda fase rappresenta un ulteriore passo verso un modello di Casa di Comunità condiviso, in cui la partecipazione non è solo un valore dichiarato, ma una pratica concreta. Il percorso intende valorizzare le risorse esistenti, costruire alleanze durature tra servizi e comunità e favorire una sanità territoriale realmente integrata e prossima. La terza fase sarà infine dedicata ad aprire in modo ancora più deciso le porte della Casa di Comunità alla popolazione locale, con azioni di comunicazione, ingaggio e co-produzione, fino all’organizzazione di eventi pubblici e attività gestite insieme ai cittadini e alle cittadine.